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Diario di una uscita in solitaria

Adesso indosso cappotto, cappello, mascherina, esco e lo faccio: porto con me guanti e un sacchetto, inizio a camminare.

Esco a raccogliere quello che trovo a terra e che avrebbe dovuto gìá essere nei cestini.

Le deiezioni canine no, non le raccolgo, le conto solamente mentre imposto tra me e me una una contabilità alternativa: la contabilità della mancanza di rispetto ed educazione.


Oggi sono sola quindi, in silenzio, raccolgo anche gli sguardi di chi incontro.

C’è chi mi passa lontano, per paura di essere contagiato dal virus della mia follia: sono una pazza da evitare.

C’è chi mi sorride, anche se non mi conosce.

C’è chi si ferma, ringrazia e vuole saperne di più di questa attività fuori dagli schemi.


Silenziosi i miei passi, ma non i miei pensieri perché mi piacerebbe far fare un viaggio a ritroso ai mozziconi che raccolgo.


Un viaggio dal marciapiede alle bocche dei loro fumatori, in quegli ultimi tiri che poi porteranno al lancio: così potrei finalmente guardare in viso gli indisciplinati e chiedere loro il motivo di quel gesto.

Quali risposte mi darebbero?









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